Lorenzo Tomazzoli e Cantina Toblino

Storie di uomini, profumi di vite

“L’enologo ha un solo compito, non rovinare l’uva che ti porta il viticoltore. Deve interpretare la stagione e la varietà”.

Lorenzo Tomazzoli di uve ne ha trasformate tante. Decine di vendemmie in altrettanti anni di carriera presso la Cantina Toblino, nata nel 1960 grazie all’intuizione e all’orgoglio dei primi soci viticoltori della valle, fiore all’occhiello della viticoltura biologica nel Biodistretto della Valle dei Laghi.

L’enologo dei viticoltori della Valle dei Laghi, 630 soci che coltivano uve su circa 830 ettari di terreno da Arco a Cadine, da Storo a Cavedine, passando per il Bleggio attraverso il Limarò. Quello che ha visto i frutteti della valle trasformarsi in viti quando lo Chardonnay si chiamava ancora borgogna, grazie all’evoluzione delle irrigazioni.

L’enologo che il vino bianco appaga il naso prima del palato e allora si beve sempre e il bicchiere dura di più e il rosso dà il meglio di sé in bocca e quindi è prezioso durante il pasto. L’enologo, tra i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali, dei Tre bicchieri del Gambero Rosso per la trasformazione della Nosiola in Largiller e L’Ora - Vigneti delle Dolomiti IGT - e nel Vino Santo trentino Doc, Miglior Vino Dolce d’Italia.

L’enologo che ha creato il primo rosso passito della Valle dei Laghi, l’eLimarò, trasformando il Rebo, il vitigno a bacca nera inventato nella metà del secolo scorso dal grande agronomo dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige, Rebo Rigotti, incrociando Merlot e Teroldego. Che ha assistito alla riconversione varietale dalla Schiava, che poi ha recuperato con aggiunta di Lagrein, a Chardonnay e Müller-Thurgau e Nosiola, il vitigno simbolo della valle.

Lorenzo Tomazzoli | © Archivio Trentino Mktg

L’enologo del rispetto delle varietà, che vuole sentirle e riconoscerle nel bicchiere come nota prevalente, quello artista e casinista che le idee migliori arrivano come un fulmine recuperando memorie del passato o girando per l’Italia ad imparare dalle esperienze degli altri, che le decisioni vanno prese all’istante quando arriva il trattore carico d’uva in cantina “in tempo reale nel piazzale” perché l’uva non aspetta: selezionare, convogliare, aggiungere lieviti, sceglierli, attendere o prelevare, anticipare o posticipare con una memoria da elefante e l’istinto di una volpe.

Lui, il ragazzo che si perdeva a camminare nei boschi con il cane e poi negli orti con la nonna o nella piccola vigna di famiglia, che la professoressa delle medie diceva che non avrebbe mai combinato nulla con la scuola e, per sfida, con sacrificio di papà metalmeccanico e mamma casalinga, si è diplomato con ottimi voti in Enologia all’Istituto Agrario di San Michele con una tesi sulle Cantine cooperative del Trentino che agli inizi del ‘900 erano in Val di Non (!), prima delle mele, che si è appassionato di mercati ed economia e che non ha mai perso un giorno di lavoro negli orti, nelle vigne, in cantina. Che in Cantina Toblino ci è entrato subito, appena diplomato, con i capelli da hippie e una moto da trial, prima come stagionale, poi come tecnico, facendo tutto, dal punto vendita alle analisi.

Quello che lavora per la Cantina “per il massimo della qualità”, che non ha mai dimenticato i maestri, gli amici, i direttori, i collaboratori, le persone che gli hanno permesso di vivere la vita che ha voluto e poi di continuare a farlo perché la cooperazione è una cosa seria.

L’enologo che conosce tutti i soci della Cantina uno per uno, perché è nato e cresciuto in questa valle, quello che incontri alle fiere internazionali per guardare negli occhi chi testa un nuovo vino prima ancora di avergli messo l’etichetta, che incontri alle degustazioni e sempre, sempre in Cantina. Quello che si appresta a iniziare la quarantaduesima vendemmia.

Viti - Vigneti - Grappoli di Uva Nosiola

Il fiato della vendemmia

“Io ho fatto 41 vendemmie e ti posso garantire che di queste 41 vendemmie, almeno dieci me le ricordo come se le avessi fatte ieri perché o sono state eccezionali o perché sono state disastrose, però ogni vendemmia ha la sua storia, ci sono talmente tante variabili… vendemmia anticipata, posticipata, abbondante, scarsa, con uve sane, con uve grandinate.

La nostra paura tutti gli anni è che, proprio quando l’uva sta maturando, non vengano fuori delle muffe latenti. Mi fa venire da ridere quando ad agosto si comincia a leggere sui giornali che sarà una vendemmia da cinque stelle perché sono notizie che va bene leggere sotto l’ombrellone. Fin quando l’uva non è sotto il tetto della cantina e poi, ancora meglio, già trasformata in vino, noi non possiamo sapere com’è la vendemmia”.

In Cantina Toblino la vendemmia dura due mesi, una vendemmia lunghissima, perché i soci sono tanti e sono distribuiti su un territorio davvero vasto, da Arco al Bleggio, da 80 a 700 mt di altitudine. Non c’è riposo, si lavora tutto il giorno, domenica compresa. E col mese di agosto ci si prepara come per una nascita.

I ginecologi stimano la data presunta del parto, poi è il bambino a decidere quando è l’ora. Così è per la vendemmia. Stimi una data a seconda della maturazione degli acini, del caldo, della pioggia, ma poi basta un imprevisto, una grandinata e in tempo reale bisogna decidere, anche se le uve non sono ancora pronte, anche se sono già pronte.

Responsabilità che fanno un po’ paura all’inizio e, infatti, tra tutte le decisioni che un enologo deve prendere, qualcuna la sbaglia, è umano, ma ne basta una di quelle veramente giuste che ti salvano l’annata e magari fanno anche il botto.

Così è nato il Largiller, Vigneti delle Dolomiti IGP, già Platinum al Decanter World Wide Award, forse la più grande e influente competizione di vini al mondo, nato per prova nel 2007, “per fare una prova di durata”, da un lampo di genio sotto un temporale e da tre coincidenze. Un vino importante, di quelli che “ti ricordi l’Azienda che l’ha fatto, com’era fatta la bottiglia che hai bevuto”.

Cantina Toblino esposizione | © Archivio Trentino Mktg
Lorenzo Tomazzoli enologo | © Archivio Trentino Mktg
Cantina Toblino botti | © Archivio Trentino Mktg
Sebastian Sartorelli | © Archivio Trentino Mktg
Largiller | © Archivio Trentino Mktg
Cantina Toblino anfore | © Archivio Trentino Mktg

Un vino a caso…

Prima coincidenza. “Succede che nel 2007 avevamo introdotto in Cantina tanto fustame di legno, una serie da 80 ettolitri e una da 30, alcune botti riservate per il mantenimento dei vini bianchi, da rabbonire perché il legno per rabbonirlo devi fargli fermentare qualcosa”.

Seconda coincidenza. “Il 2007 è un’annata meravigliosa, una vendemmia spettacolare, una delle più belle degli ultimi trent’anni, specialmente per la Nosiola. Ci sono usciti 100 ettolitri di Nosiola che io buoni così non li avevo neanche mai assaggiati. Ne avevamo in abbondanza”.

Terza coincidenza. “A fine vendemmia mi prendo sempre quattro giorni di ferie per staccare. Nel 2007 a fine ottobre ero stato invitato da un collega che avevo conosciuto a un concorso enologico, nelle Marche dove fanno Verdicchio, un vino molto fine, fruttato, aromatico, acidulo, pur essendo molto diverso, affine per tipologia alla Nosiola. L’ultima cantina che abbiamo visitato aveva un Verdicchio invecchiato 10 anni in piccole vasche di cemento… una cosa meravigliosa! Torno indietro sotto quattro ore di temporale e penso. Faccio il conto delle botti nuove, ho una Nosiola eccezionale, mi hanno sempre dato in Cantina la possibilità di provare, sperimentare. Propongo all’allora direttore generale Giannantonio Pombeni di mettere via una botte da 80 ettolitri di Nosiola e di dimenticarmene per fare una prova di durata. Dimenticata per modo di dire, perché l’ho seguita, abbiamo fatto i travasi, rabboccato con feccia fresca e tutto quel che serviva. Nel 2014 di questa Nosiola, arrotondata, la cui acidità si era ammorbidita, diventata cremosa, ne spiniamo direttamente dalla botte 12 bottiglie per portarle a Vinitaly e farla provare”.

Il resto è storia.

Hosteria Toblino | © Archivio Trentino Mktg

Hosteria Toblino

Di queste storie Cantina Toblino ne ha mille e mille da raccontare. Storie di territorio, di famiglie, di viticoltori. Storie da ascoltare, ammirare e degustare. Durante le visite ai vigneti, in Cantina e anche in Hosteria.

Cantina Toblino vanta, nel punto vendita, una cucina che vale il pregio delle sue etichette. Puoi degustare i prodotti del territorio, trasformati da un giovane chef che in Trentino è ormai una garanzia, Sebastian Sartorelli, fuori dagli schemi, esattamente come la storia di questa Cooperativa e Azienda agricola.

Una storia affascinante, coraggiosa, ambiziosa. Da conoscere!

 

Cantina Toblino esposizione | © Archivio Trentino Mktg

Cantina Toblino

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Pubblicato il 29/08/2023